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il 14 Dicembre al Giovanni da Udine Fabio Amodeo illustrerà “Il Fantasma della Visione”

Venerdì 14 dicembre, alle ore 18.00, nello Spazio Fantoni del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, ci sarà un  incontro di approfondimento delle tematiche della mostra fotografica Vedere Meglio, intitolato Il Fantasma della Visione a cura del giornalista e scrittore Fabio Amodeo. La mostra, a ingresso libero, rimarrà allestita negli spazi del teatro fino al 23 dicembre e sarà visitabile in concomitanza degli spettacoli programmati nella stagione teatrale. In essa sono accolti i lavori di un gruppo di ventiquattro fotografi professionistioperanti in Friuli Venezia Giulia (Balsamini, Brunello, Bulaj, Cecere, Criscuoli, Crivellari, Culot, Da Pozzo, Frullani, Genuzio, Giacuzzo, Grundner, Indrigo, Klun, Kusterle, Laureati, Mittica, Paviotti, Perini, Rinaldi, Rupolo, Scabar, Tedeschi, Tubaro) che non appartengono ad un circolo o associazione ufficializzata, ma condividono un tema comune, liberi da regole formali o da tecniche obbligate, avendo come guida solo la fedeltà a sé stessi, senza compromessi. Stimolante è il legame tra temi profondi del dibattito teatrale – che cosa siano la visione, l’apparizione, lo specchiarsi –  e l’interpretazione dei medesimi data macchina fotografica: l’occhio dello spettatore e l’occhio del fotografo si confrontano sul senso ultimo del vedere meglio, attraverso l’arte, la realtà. Ma cos’è questa visione? Un lampo, un filo di pensiero svolto che improvvisamente diventa visualizzazione? Cartier – Bresson, che della fotografia fu anche un nitido pensatore, diceva che è la somma di ciò che abbiamo vissuto attraverso l’esperienza; di ciò che sentiamo, che il cuore ci detta, delle emozioni che ci muovono; e infine della capacità di visualizzare, il che significa talento naturale, ma anche educazione visiva, opere proprie e altrui lette con senso critico, metabolizzate. Come per gli allineamenti dei pianeti o per le eclissi, di tanto in tanto questi tre elementi si congiungono, il fotografo ha la visione, e poi può cominciare a fotografare sapendo benissimo ciò che vuole. Va aggiunto un ultimo aspetto. I ventiquattro fotografi in mostra esibiscono diversi gradi di ironia, impegno, adesione o contrapposizione al soggetto. Tuttavia c’è un elemento che li accomuna. Non lavorano per piacere in modo agevole al fruitore. Nessuno di loro punta a delle immagini facili. Forse è la terza non regola non scritta e non detta: essere fedeli a se stessi senza compromessi.

 

 

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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