È passato poco più di un anno da quando è stato presentato per la prima volta al Teatro Miela La cotogna di Istanbul reading musicale di Paolo Rumiz, con le musiche di Alfredo Lacosegliaz e a cura di Franco Però. Artisti che condividono – pur conservando ognuno una propria spiccata personalità – parte delle radici, lo spirito, la cultura… La loro collaborazione ha generato un esempio di teatro interessante, colto e coinvolgente, subito molto applaudito. Tanto che La cotogna di Istanbul viene riproposto, per una sola sera, al Politeama Rossetti l’8 febbraio alle 20.30. Un teatro “a ritmo di ballata” che si richiama ai valori antichi e arcani della narrazione e del canto, delle storie che passano di bocca in bocca, e viaggiano così, magari avvolte da un affascinante senso di mistero riguardo la loro età e le loro origini… È un onore per lo Stabile regionale quello di avere ospite sul palcoscenico Paolo Rumiz, dal cui omonimo romanzo–canzone è tratto lo spettacolo. Ma questa volta Rumiz non si limita al ruolo d’autore: affronta anche l’emozione di intervenire direttamente nello spettacolo, come narratore di un poema, di un momento di teatro scritto a ritmo di ballata. D’altra parte, le esperienze nuove sono sempre piaciute al grande giornalista triestino, inviato speciale de Il Piccolo e poi editorialista de La Repubblica. Fin dagli anni Ottanta, ha seguito gli eventi dell’area balcanica e danubiana occupandosi poi in prima linea del conflitto in Croazia ed in Bosnia Erzegovina. Da Islamabad e Kabul ha invece scritto dell’attacco “Stati Uniti d’America” all’Afghanistan. Da queste e altre esperienze da inviato, e da viaggi realizzati per proprio piacere, ha tratto molti reportage giornalistici o addirittura materia per racconti e romanzi: fra cui ricordiamo almeno Danubio, storie di una nuova Europa, Vento di terra, Gerusalemme perduta, Annibale. Un viaggio. Anche La cotogna di Istanbul evoca un viaggio. Maša Dizdarevič è una donna bellissima e selvaggia «occhio tartaro e femori lunghi» ed ha dietro di sé una storia straordinaria: a Sarajevo conosce il viennese Max Altenberg. Nella “canzone del frutto giallo” che lei una sera gli canta, è predetto il loro destino. L’amore fra i due divampa tre anni più tardi, assieme alla malattia della donna: ma è proprio il profilo cupo del futuro di Maša che sembra far vibrare la loro storia di un vento che muove anime e sensi, accende la musica e il verso, mescola lingue, strappa lacrime e sogni e procede al ritmo di ballata. Alla fine di tutto, Max partirà per un viaggio solitario nei luoghi di lei, sulle sponde del Bosforo: un itinerario che possiede gli accenti del mito, della scoperta e della resurrezione. Una narrazione fortemente emozionante, delicata, appassionata quella di Paolo Rumiz, che ha ispirato il talento compositivo di Alfredo Lacosegliaz. La musica in questo spettacolo non si limita infatti a scorrere accanto alla storia, ma la intreccia e la completa… Ottimo musicista e compositore per il cinema, per la televisione e per il teatro (lo ricordiamo ad esempio al fianco di Moni Ovadia), Lacosegliaz ha usato il proprio vocabolario musicale per dare vita a un universo sonoro che unisce canti apocrifi e melodie bosniache alternate a echi di valzer viennese, fino a toccare sonorità del prossimo MedioOriente, in un affresco che celebra le musicalità dell’area danubiano-balcanica attraverso suggestioni timbriche e fascinazioni linguistiche. Sul palcoscenico – dove egli stesso è impegnato con tamburitza e aggeggi – lo aiutano nell’impresa un gruppo affiatato e interessante di musicisti che suonerà, naturalmente, dal vivo: Cristina Verità (violino e canto), il clarinettista Daniele Furlan, Orietta Fossati alle tastiere e la cantante Ornella Serafini, cui si devono momenti di notevole suggestione. Da quasi vent’anni è la voce che canta e recita la musica di Alfredo Lacosegliaz ed ha già lavorato anche con Paolo Rumiz: la sua voce educata al canto moderno, al jazz, ma anche profondamente espressiva si intreccia alle parole della storia amplificandone le emozioni. La cotogna di Istanbul va in scena “fuori abbonamento” allo Stabile regionale venerdì 8 febbraio alle ore 20.30. La cotogna di Istanbul reading musicale di Paolo Rumiz, con musiche di Alfredo Lacosegliaz, a cura di Franco Però è una produzione Bonawentura. Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare anche il centralino del Teatro allo 040.3593511.
La Stagione 2012-2013 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste. Si ringraziano tutti i Soci, in particolare il Comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trieste.