Il sindaco Andrea Ballarè ha firmato una ordinanza per contrastare con un approccio nuovo un fenomeno spesso fonte di disagio Contro la prostituzione, ma non contro le prostitute. Si può sintetizzare così il nuovo approccio con il quale l’amministrazione comunale ha affrontato un tema, quello appunto della prostituzione, presente non da oggi in città, e talvolta fonte di preoccupazione di disagio. «Siamo contro la prostituzione, certo. Perché abbiamo rilevato una recrudescenza del fenomeno anche in zone non tradizionalmente toccate, come in alcune aree residenziali. Non si può negare – spiega il sindaco .- che questa situazione crea disagio e disturbo per i residenti, e rischia di compromettere la normale vivibilità oltre che la sicurezza urbana. Contro la prostituzione anche perché questo fenomeno rappresenta, come abbiamo voluto scrivere nell’ordinanza, una immagine alterata delle relazioni umane e di annullamento della diginità umana, ingenerando un senso di disagio e di scadimento dei valori sociali». «Non siamo – prosegue il sindaco – contro le prostitute, che molto spesso sono le prime vittime di un sistema distorto, e che, specie nel caso delle donne di origine straniera, coinvolge minorenni e nasconde forme di sfruttamento che possono configurare ipotesi di riduzione in schiavitù ad opera di organizzazioni criminali. Non siamo contro le prostitute perchè non dimentichiamo che queste donne sono spesso oggetto di violenza. È accaduto in modo molto evidente anche nella nostra città, nel corso del 2011 e nei primi mesi del 2012, con rapine e anche omicidi». Da questi principi deriva quindi l’ordinanza, pubblicata nei giorni scorsi, e che rimarrà in vigore in via sperimentale fino al 31 ottobre. «Un provvedimento – spiega il sindaco – che abbiamo costruito muovendoci negli stretti spazi consentiti dalla normativa nazionale». L’ordinanza, mirando a contrastare l’esercizio della prostituzione su strada, prevede il divieto di porre in essere “comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali”, ma vieta anche (dal lato dei “clienti”) di “richiedere informazioni finalizzate ad acquisire prestazioni sessuali” e di “eseguire manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale al fine di richiedere informazioni dirette ad acquisire prestazioni sessuali”. È stata revocata una precedente ordinanza del 2009 sulla stessa materia. Il provvedimento prevede sanzioni dai 200 ai 500 euro. «Credo – conclude il sindaco – che questo cambiamento di prospettiva sia importante. Non a caso abbiamo aperto un dialogo con l’associazione Liberazione e Speranza che da anni si occupa di questi problemi, e lo faremo con chiunque vorrà collaborare. Con queste organizzazioni monitoreremo i risultati del nostro provvedimento, per valutarne, dopo il periodo di sperimentazione, gli esiti».
(dal corrispondente da Novara)