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TRIESTE : MARIA KODAMA BORGES RIVEVUTA IN MUNICIPIO.

FINO AL 27 APRILE AL SALONE DEGLI INCANTI LA MOSTRA “LA METAFORA DEL PERTURBANTE” DI RICARDO CINALLI

“Trieste, che meravigliosa città. Come direbbe Borges: eterna come l’acqua e l’aria”. E’ questa la dedica che Maria Kodama Borges, vedova dello scrittore e presidente della Fondazione Internazionale Jorge Luis Borges di Buenos Aires, ha scritto nel libro d’oro del Comune di Trieste. Accompagnata dall’artista Ricardo Cinalli e dal presidente dell’Associazione Culturale Woland Claudio Crismani, Maria Kodama è stata ricevuta questa mattina (lunedì 25 marzo) nel salotto azzurro del palazzo municipale dal sindaco che le ha portato il saluto della città.  Nel corso del cordiale incontro, il sindaco ha voluto ringraziare personalmente Maria Kodama per una presenza che costituisce per Trieste un ulteriore tocco d’internazionalità. Maria Kodama è infatti in questi giorni a Trieste (e ripartirà già domani per Parigi) per la mostra “La metafora del perturbante” del pittore contemporaneo Ricardo Cinalli, allestita e visitabile fino al 27 aprile nel salone degli incanti dell’ex pescheria centrale. Realizzata dall’Associazione culturale Woland e dalla casa editrice Elzeviro, in collaborazione con il Comune di Trieste, la mostra nasce per permettere anche al grande pubblico italiano di conoscere e approfondire l’opera di Cinalli, artista argentino contemporaneo, che presenta due facce: una notevole poliedricità (oltre a una maestrale padronanza dei diversi linguaggi) e nel contempo un’esemplare coerenza artistica. Nato nel 1948, a Santa Fe, da genitori italiani, Cinalli si è laureato in psicologia all’Università di Rosario, vive e lavora tra Buenos Aires e Londra, dove si è stabilito dal 1973 e dove ha perfezionato i suoi studi artistici. Oltre ad aver realizzato numerose opere in Argentina, Uruguay, Brasile, Stati Uniti, Unione Sovietica, Spagna, Norvegia e Inghilterra, Cinalli ha trovato lo spazio ideale per esprimere il suo “titanismo” artistico anche in Italia, a Terni, dove, nel 2007, ha realizzato l’affresco “La Resurrezione” sulla controfacciata del Duomo e, nel 2008, gli affreschi per la Nuova Cappella della Chiesa di S.M. della Misericordia.  “La metafora del perturbante” si compone di una selezione di 52 opere monumentali e si articola in 7 sezioni, ognuna rivolta a descrivere i conflitti e gli interrogativi dell’essere umano di fronte ai grandi temi classici: la trascendenza, la dimensione del tempo, l’arte, la creazione, la religione, il sesso e la morte.

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