Capolavoro di William Shakespeare, “Re Lear” sarà in scena al Teatro Bobbio dal 25 al 28 gennaio in un nuovo allestimento con Michele Placido, che ne firma anche la regia con Francesco Manetti, nel ruolo del titolo.
Re Lear esplora la natura stessa dell’esistenza umana: l’amore e il dovere, il potere e la perdita, il bene e il male, racconta della fine di un mondo, il crollo di tutte le certezze di un’epoca, lo sgomento dell’essere umano di fronte all’imperscrutabilità delle leggi dell’universo. Tematiche importanti che si rivelano tuttora attuali.
Il potere della parola sta al centro di questo dramma, e si intreccia con l’amore. Lear, infatti, stanco di regnare, decide di abdicare al trono e chiede alle sue tre figlie di esprimere a parole l’amore che le lega al padre; laddove Goneril e Regan abusano della parola per compiacere il genitore e per ottenere quello che desiderano, è la piccola Cordelia a fare i conti con la difficoltà di esprimere con delle semplici parole il sentimento forte che la lega al padre rispondendo “niente, mio signore”. Una risposta sincera che fa infuriare Lear, il quale la costringe ad allontanarsi dal regno che divide invece tra le altre due sorelle.
“È questo equivoco – come spiega lo stesso Placido nelle note di regia – questo confondere l’amore con le parole, che, nel momento in cui le altre figlie si mostreranno per quello che sono, farà crollare Lear rendendolo pazzo. E con Lear è il mondo intero che va fuori di sesto, la natura scatenata e innocente riprende il suo dominio, riporta gli uomini al loro stato primordiale, nudi e impauriti, in balia di freddo e pioggia a lottare per la propria sopravvivenza, vermi della terra. È qui che può cominciare un crudele cammino d’iniziazione: resi folli o ciechi per non aver saputo capire o vedere, Lear e il suo alter ego Gloucester, accompagnati da figli che si son fatti padri, giungeranno finalmente a capire e vedere.”
Tutti i personaggi sono mossi dall’amore: misterioso, tenero, spietato è quello che lega il Matto al suo Re; estremo e disposto ad ogni sacrificio è quello di Edgar per il padre; virile e diretto quello di Kent per il suo signore. Libidinoso quello delle sorelle Reagan e Goneril per il giovane Edmund. Ed Edmund, il più gelido e calcolatore dei cattivi shakespeariani, nel momento estremo della sua morte, si consolerà dicendosi “eppure Edmund fu amato”, teneramente confondendo amore ed eros.
Infine Cordelia, inizio e fine del tutto, incapace di tradurre in parole i propri sentimenti, ma capace di agire, di mettersi a capo di un esercito e correre in aiuto del padre, sarà lei il necessario capro espiatorio, colei che dovrà morire per redimere attraverso il suo amore buoni e cattivi, vivi e morti.
Il “Re Lear” è quindi un viaggio nell’amore, nella parola, nel mondo e nell’uomo stesso, che si rivela un’opportunità bellissima ma al contempo insidiosa per gli attori chiamati a dare vita a dei personaggi così tormentati ed affascinanti.
Si ritaglia il ruolo principale Michele Placido, che confessa nelle note biografiche una lunga frequentazione con i personaggi di Shakesperae; già l’inizio della sua carriera come attore parte dal ruolo del “muro” nel Sogno di una notte di mezza estate con la regia di Orazio Costa; interpreta in seguito il figlio bastardo nel Re Giovanni con la regia di Fortunato Simone, il Calibano della Tempesta diretto da Strelher, Petruccio nella Bisbetica Domata per la regia di Gigi Dall’Aglio, per arrivare ai ruoli protagonisti nel Macbeth e nell’Otello diretti rispettivamente da Marco Bellocchio e Antonio Calenda.
Accanto a Placido nel ruolo di Lear troviamo Gigi Angelillo a dar corpo e voce al Conte di Gloucester. Con loro in scena Margherita Di Rauso, Federica Vincenti, Francesco Bonomo, Francesco Biscione, Linda Gennari, Giulio Forges Davanzati, Brenno Placido, Alessandro Parise, Peppe Bisogno, Giorgio Regali, Gerardo D’Angelo e Riccardo Morgante.
L’allestimento in scena al Bobbio si avvale di una traduzione e di un adattamento firmati dallo stesso Placido con Monica Gungui. Le scene sono di Carmelo Giammello, le luci di Giuseppe Filipponio e i costumi di Daniele Gelsi, mentre le musiche originali sono di Luca D’Alberto.
Primo dei 3 spettacoli “blu” a quattro repliche e quinto spettacolo in abbonamento della Stagione di Prosa 2012/2013 della Contrada, “Re Lear” debutta venerdì 25 gennaio alle 20.30 e rimane in scena fino a lunedì 28 con i seguenti orari: sabato 26 e lunedì 28 ore 20.30; domenica 27 ore 16.30.
Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio o al TicketPoint di Corso Italia 6/C. Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (www.vivaticket.it).
Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; [email protected]; www.contrada.it.