Dagli inizi di luglio, l’offerta culturale cittadina si è ulteriormente arricchita con l’apertura di cinque nuove sale al Museo Archeologico del Castello di Torre completando così l’allestimento degli spazi del maniero convertito in struttura culturale. Sono complessivamente 24 le sale che rivelano e narrano la preistoria e la storia del Friuli occidentale.
L’incremento degli spazi consente ora di documentare più compiutamente altri aspetti e caratteristiche del passato del nostro territorio; l’altomedioevo, i castelli di Torre, Caneva e Meduno, la figura del conte Giuseppe di Ragogna e due collezioni extraregionali.
La ricostruzione di due necropoli, una di età longobarda (da Tramonti di Sotto) e l’altra carolingia di cultura oltrealpina-carinziana (reperti provenienti dagli scavi a Palazzo Ricchieri), riporta quotidianità dell’altomedioevo documentata da corredi funerari e da resti antropologici nell’esatto contesto di scavo di come sono stati rinvenuti. Protette da una struttura in vetro calpestabile, le sepolture sono state ricreate e dunque sono presentate nelle loro esatte modalità di deposizione. L’ambientazione funeraria è resa più efficace anche da due video clip.Fra i castelli del Friuli, il maniero di Torre è illustrato da alcune maquette e da un apparato
multimediale, mentre le fortificazioni di Caneva, dove si stanno svolgendo alcune campagne di scavo dell’Università di Padova, e di Meduno, il cui scavo è stato appena avviato dal Museo Archeologico di Pordenone, sono illustrate da apparati grafici che evidenziano soprattutto le strutture, e dall’esposizione di alcuni reperti rinvenuti in seguito alla ricerca archeologica.Alcuni oggetti, quadri di famiglia, il mobilio superstite, tre video tematici e un piccolo angolo della casa/studio/museo mettono in luce la personalità del conte Giuseppe di Ragogna, nella sua ricca attività di ricerca e di composizione letteraria e teatrale.
Ed infine le due collezioni extra regionali (ex voto magnogreci della collezione Coran e alcuni vasi etruschi della collezione Micheluzzi), sono inseriti all’interno di un’ambientazione rispettivamente di stipe votiva magnogreca e di camera funeraria etrusca, ricostruite e curate da Sergio Salvador su indicazioni di Marina Rubinic, per poter offrire al visitatore l’immediato contesto di ritrovamento degli oggetti.
Questo importante traguardo è stato ottenuto grazie all’attività preliminare di un Comitato scientifico e operativo, composto da diversi studiosi dei vari settori di specializzazione dell’archeologia (tra cui docenti delle Università di Ferrara (Marco Peresani), Padova (Monica
Salvadori), Udine (Marina Rubinic, Paola Visentini), soprintendenti e funzionari della Soprintendenza Archeologica del Friuli (Franca Maselli Scotti, Serena Vitri e Paola Ventura), archeologici anche docenti di storia antica e storia dell’arte (Silvia Pettarin, Piero Tasca, Roberta Costantini). Successivamente le varie operazioni di allestimento, coordinate in ogni fase dal conservatore archeologo del Museo e con il contributo di indirizzo e di supporto scientifico della Soprintendenza Archeologica che ha messo a disposizione i risultati di pluriennali ricerche sul territorio nonché
materiali e documentazioni anche inediti, si sono succedute in cinque fasi.Il percorso di progettazione, ideazione, restauro e allestimento del museo archeologico di Torre è stato finanziato del Comune di Pordenone con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Il Museo Archeologico del Castello in Via Vittorio Veneto nell’abitato di Torre è aperto il venerdì e sabato dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.