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¡MIRA CUBA! L’ARTE DEL MANIFESTO CUBANO DAL 1959 – OGGI 28 set. inaugurazione

Pordenone, Spazi Espositivi di Via Bertossi 28 settembre 2013 – 12 gennaio 2014  

Inaugurazione 28 settembre, ore 17.30

Per qualità e completezza, la mostra proposta dal Comune di Pordenone negli Spazi Espositivi di via Bertossi dal 28 settembre 2013 al 12 gennaio 2014 è certamente la più importante sino ad oggi allestita in Italia sulla Grafica Cubana negli anni che seguirono la Rivoluzione castrista, ovvero dal 1959 ad oggi. Importantissima la sezione dedicata alla cinematografia cubana, dai meravigliosi manifesti del film di Chaplin ai grandi classici del cinema italiano. 

Tanti i pezzi unici in esposizione come il manifesto per il film Harakiri del regista Masaki Kobayashi firmato da Antonio Fernandez Reborio nel ’64. E questo solo uno dei tanti. La lotta contro il Generale Batista che aveva avuto inizio con l’assalto alla Caserma Moncada  il 26 luglio del 1953, si concluse il primo gennaio del 1959 con la fuga del Generale da Cuba, mentre Santa Clara e Santiago di Cuba erano prese dalla milizia popolare guidata da Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara. Questo il quadro storico. L’esposizione pordenonese ¡Mira Cuba! riunisce ben 220 tra manifesti e bozzetti originali, con numerosi esemplari considerati unici ed altri presenti in collezioni pubbliche e private europee e americane.  

Documenta una delle stagioni più originali della grafica del Novecento, prodotto di una enclave unica al mondo per clima, caratteristiche e situazione. In quegli anni tutti i messaggi dovevano concorrere a rafforzare l’ adesione popolare al nuovo ideale rivoluzionario. Alcuni lo facevano in forma diretta ma molti altri, altrettanto efficacemente, in modo indiretto, trasmettendo positività, gioia, colore in un momento oggettivamente non facile per l’isola caraibica isolata nel contesto internazionale. La grande mancanza di mezzi economici, lungi dal deprimerli, sembrava stimolare gli artisti, o meglio i grafici di tutte le generazioni verso una creatività effervescente e innovativa. Che, pur nel reale isolamento, riuscì comunque a catturare ed elaborare originalmente spunti, fermenti, idee dalla vicina America ma anche dall’Europa. Ciò che ha prodotto questo Laboratorio Cubano della Grafica è davvero stupefacente per varietà, colori, forza emozionale e iconografica, come la mostra pordenonese documenta e trasmette. Certo non mancano gli omaggi alle Icone: quella del Lider Maximo, ovviamente, ma anche quella del Che. Ma il Cartel Cubano è molto di più: il manifesto, qui più che altrove, riesce ad interpretare e proporre l’anima profonda di un popolo, in  un’ isola multiculturale e multietnica. Si percepisce chiaramente come dietro a ogni manifesto ci sia una storia, un aneddoto, un racconto di vita, a proporre un’ immagine di Cuba mediata dal grafico, ma aderente alla sensibilità e all’emozione di chi quel manifesto guarda e decritta. Oggi è il visitatore della mostra, ieri era il cittadino e patriota cubano, chiamato ad essere protagonista di una grande, difficile epopea. La mostra allinea i capolavori di un’epoca di comunicazione, le opere più significative di tutti i grandi grafici di quei decenni, nomi ormai parte di un mito. Qui saranno riunite, per la prima volta, le testimonianze dirette dei grafici superstiti di quella grande stagione. Diversi i filoni presenti in mostra. La celebrazione politica, innanzitutto. Ma anche i grandi temi e le realizzazioni sociali, dalla riforma sanitaria a quella agraria, alle campagne per l’educazione estesa a tutti. Poi la comunicazione culturale, verso la quale Castro mostrò ampio interesse, e in particolare il cinema: straordinaria la sequenza di affiches (e di bozzetti) per i film  o per le manifestazioni di e sul cinema. Il linguaggio creativo e figurativo è sempre espresso con grande libertà e autonomia e con l’efficacia consentita dalle tecniche serigrafiche e litografiche utilizzate per la stampa. Il Cartel Cubano, e lo si percepisce bene in mostra, sa svincolarsi dalla pura funzione promozionale “di prodotto” per raccontare, attraverso filoni apparentemente diversissimi, l’Idea e l’Ideale di una nazione.

 

Orari di apertura: da martedì a sabato: 15.30/19.30; domenica: 10.00/13.00 – 15.30/19.30 Informazioni e prenotazioni: Tel: +39-0434-392916 – 918 E-mail: [email protected]  Sito: www.artemodernapordenone.it

 

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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