Altre due settimane per visitare l’esposizione temporanea “Fogge antiche, Vesti preziose, Genti diverse”, allestita al museo Etnografico del Friuli del Comune di Udine. La mostra, che originariamente doveva restare aperta fino al 28 aprile, sarà prorogata fino al 15 maggio. Per altri 15 giorni palazzo Giacomelli ospiterà quindi la prestigiosa collezione ReDri, una raccolta di bambole di grande pregio, vestite con i costumi popolari di tutte le regioni italiane, a testimonianza della varietà delle tradizioni che concorrono alla ricchezza culturale dell’Italia unita.
La collezione privata della signora Renata Dri di Cassacco è formata da un centinaio di esemplari raccolti nell’arco di oltre vent’anni: le bambole, ognuna diversa dall’altra, hanno corpi costituiti da materiali eterogenei, dalla porcellana al tessuto, dalla cartapesta al legno e risalgono agli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta del secolo scorso.
I costumi tradizionali che indossano sono stati realizzati nel rispettivo luogo d’origine da artigiani capaci, sensibili, scrupolosi, che hanno riprodotto fedelmente gli abiti, curando al massimo la scelta delle stoffe, dei ricami e dei merletti eseguiti a mano, la confezione delle calzature e, in molti casi, anche la realizzazione dei gioielli in filigrana d’argento e d’oro.
La collezione ReDri è stata presentata per la prima volta nel 2011 a Turriaco (GO) e Grado (GO), in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia; nel 2011 la mostra FVG è stata allestita presso la sede del Consiglio Regionale a Trieste e presso il Museo Etnografico Nazionale di Plovdiv (Bulgaria); l’evento è stato premiato con la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La mostra resterà aperta ad ingresso libero fino al 28 aprile negli orari di apertura del museo, ovvero da martedì a domenica dalle 10.30 alle 17.00 (chiuso il lunedì). Da martedì 30 aprile e fino al 15 maggio l’esposizione sarà aperta in base all’orario estivo (da martedì a domenica dalle 10.30 alle 19) Per informazioni: 0432.271920 o [email protected].
Carlo Liotti