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TRIESTE PROTOCOLLO “EMERGENZA FREDDO 2012-2013

Organizzare e migliorare sempre più la rete di servizi e d’interventi a favore delle persone senza fissa dimora, offrendo accoglienza, anche temporanea, in strutture in grado di garantire un riparo dal freddo, pasti caldi e le necessità d’igiene personale, cercando di prevenire danni sociali e sanitari correlati alla povertà e alla vita di strada. E’ questo l’obiettivo del rinnovato protocollo “Emergenza freddo 2012-2013” presentato e sottoscritto oggi (martedì 27 novembre) in municipio dall’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari e dai diversi soggetti coinvolti nella co-progettazione degli interventi, vale a dire Caritas, Comunità di S. Martino al Campo, Consorzio Italiano di Solidarietà ICS (cui sono affidati i servizi d’accoglienza notturna, in base ad apposita convenzione con il Comune di Trieste) e le Cooperative sociali “Consorzio Interland” e “2001 Agenzia sociale”. Aderiscono inoltre al progetto, ciascuno secondo le rispettive competenze, Polizia locale, Azienda per i Servizi Sanitari n° 1 Triestina, Comunità di Sant’Egidio, Croce Rossa Italiana, Polizia Ferroviaria, Questura, S.A.F.O.C. e Associazione Nazionale Carabinieri. “Con questa nuova organizzazione -ha detto l’assessore Laura Famulari-  si segue quanto di buono viene fatto anche in altre città e si punta a migliorare quanto già fatto l’anno scorso, quando ben 348 persone erano transitate nelle strutture d’accoglienza, nel periodo primo dicembre-31 marzo, con una media di giornate d’accoglienza pari a 21 e con una fascia d’età prevalente compresa dai 25 ai 44 anni. Tra le novità previste la realizzazione di un coordinamento organizzativo con un presidio quotidiano (dalle ore 18.00 alle 20.00) nella stazione ferroviaria centrale, la distribuzione di pasti caldi all’interno delle strutture è l’ampliamento dei posti letto disponibili (una decina in più)”. Tra i nuovi e più interessanti punti del protocollo per l’inverno 2012/2013 c’è -come detto- la decisione di affidare ai due soggetti della cooperazione sociale un servizio di coordinamento organizzativo, al fine di garantire un’efficiente articolazione degli interventi di accoglienza serale, per ottimizzare l’utilizzo dei posti disponibili, attraverso un costante collegamento tra i soggetti della rete dell’accoglienza. Per fronteggiare il problema della stanzialità di alcune persone nell’atrio delle stazioni dei treni e degli autobus (non sempre motivata dall’insufficienza di posti letto a disposizione, ma in alcuni casi dal rifiuto di spostarsi in un’altra situazione di riparo), quest’anno le cooperative sociali garantiranno un presidio nella stazione ferroviaria e zone limitrofe, dalle ore 18.00 alle ore 20.00, nel periodo dal primo dicembre al 31 marzo, ogni giorno – compresi i festivi – e organizzeranno le accoglienze serali, in costante contatto telefonico con gli operatori ed i volontari. Il coordinamento complessivo degli interventi, garantirà non solo un posto letto (il cui numero complessivo è aumentato, rispetto allo scorso anno, arrivando a 76 unità, rispetto ai 69 posti dell’anno scorso), ma anche un pasto caldo per la cena ed una colazione al mattino. In caso di maltempo eccezionale le accoglienze potranno essere anche ampliate con giacigli di fortuna c/o le varie residenze o altre modalità di intervento di emergenza. Il protocollo “Emergenza freddo 2012-2013” s’inserisce nell’ambito della stretta collaborazione, già avviata con il Piano di zona, tra Comune di Trieste e alcuni soggetti dell’associazionismo e della cooperazione sociale che tradizionalmente si occupano delle situazioni di disagio e marginalità e va a migliorare alcuni aspetti logistici dell’organizzazione sperimentata negli anni precedenti. Dai dati del monitoraggio dello scorso anno emerge infatti che la tipologia delle persone che si ritrovano sulla strada è molto articolata e comprende gli homeless stanziali, triestini o comunque italiani, oppure persone di passaggio, in prevalenza straniere, provenienti in maggioranza da Romania, Bulgaria, Afganistan, la cui presenza è motivata da varie circostanze tra cui fenomeni migratori per motivi di accattonaggio, di lavoro saltuario in zona, per passaggio verso altre destinazioni emigrazione dai paesi d’origine, ecc., oppure ancora famiglie con minori, in genere di provenienza romena.

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