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PARLAMENTO : A PROPOSITO DI VACANZE ROMANE

In un attimo di meritata follia, mi son trovato a pensare alle ferie dei miei figli. Il più fortunato ha consumato buona parte dei suoi risparmi per una ben lunga settimana di pausa in una cittadina del perugino, insieme con altri cinque o sei amici in un alloggio in comune per far quadrare i conti del loro misero budget. Purtroppo dopo un anno di studio universitario e qualche lavoro eseguito nei fine settimana a scaricare pallet in un centro della grande distribuzione era il massimo che potavano permettersi per il pellegrinaggio che si erano promessi nelle terre di San Francesco. Ben poca cosa rispetto al quasi centinaio di parlamentari che avevano proposto una ben lunga fermata dei lavori legislativi per recarsi in pellegrinaggio (così almeno dicevano) in Palestina. Spesso ci siamo accaniti a denunciare gli abusi della Casta.  In questi giorni di rincorsa per tamponare gli effetti di una crisi senza precedenti ci troviamo a discutere dei prezzi dei menù dei ristoranti di Camera e Senato. Ci sentiamo dire da Letta che il consiglio dei ministri si farà prestissimo e quindi dopo si potrà andare in “vacanza”.  Quindi la priorità maggiore dei nostri rappresentanti in un momento così critico è esser sicuri di poter andare in vacanza. Non fa niente se il Capo dello Stato è rientrato dalle sue vacanze per riprendere in mano le redini di una situazione così disastrata. L’importante è fare e dare presto questi provvedimenti più o meno raffazzonati e di tampone alla socierà, basta che “ci lasciate andare in vacanza  ” e chi se ne frega della gente” Questi sono i rappresentanti che abbiamo eletto, questi sono coloro che come previsto da Berlusconi ci rabboniscono con un probabile intervento televisivo, senza aggiungere nulla a quanto già sentito: aria fritta di faremo, penseremo, bloccheremo … basta che finisca tutto e presto anche a tarallucci e vino, l’importante come più volte Bossi indica con il solito dito medio alzato, “lasciateci in pace e fateci godere le nostre vacanza. Viviamo in uno Stato europeo, dove la presenza di molti politici indiziati di reati in parte gravi non riesce a provocare la reazione dell’opinione pubblica al punto di costringere i colpevoli alle dimissioni. Se andiamo al fondo della questione – mettendo a paragone le vacanze della comitiva di ragazzi presa a spunto per iniziare questo volo pindarico sulle nostre infime facezie – dovrei avere il coraggio di dire (anche) cose ripugnanti almeno per molti nostri illustri censori. Nelle democrazie i rappresentanti eletti a governare la cosa pubblica sono l’esatta fotocopia del popolo che li nomina.  Mi viene spesso il dubbio di concepire la società italiana, come fotocopia dei nostri rappresentanti parlamentari. Un poco tutti a parole critichiamo i politici, specie nei momenti di crisi e di magra, ma sappiamo bene che tutti (o quasi) si prostrerebbero davanti a loro nei momenti di vacche grasse per ottenere una prebenda, un lavoro, una raccomandazione e le briciole con cui sentirsi soddisfatti.  Spesso l’indignazione delle masse colpisce questi signori che si proclamano meravigliati dello scontento che apportano con il loro sudato lavoro di rappresentanza. Loro non rispondono, anzi si permettono (ricordate Brunetta?) di dare del cretino ai precari e a chi suda un anno intero per raggiungere spero onestamente almeno due terzi del mese. Fare finta di non capire è normale, perché il sistema rappresentativo italiano è strutturato in modo tale che anche il più insignificante e ignorante politico del borgo più piccolo è circondato da una sua folla di persone che gravitano intorno a lui, così da gratificare il suo piccolo potere locale. La realtà italiana è questa, l’opinione pubblica esiste solo nelle piazze r si lascia rappresentare da comparsate goliardiche alla stregua dei movimenti come i Grillini o i girotondini ma nel frattempo si bada molto al proprio orticello e il malcostume regna sovrano. Quanti di noi si sono mai chiesti perché la maggioranza dei sondaggi d’opinione continua a dare delle posizioni di soddisfazioni così elevate a Berlusconi e a tutti i mentecatti che si spolpano e pascolano nella sua trebbia, pur consci, per fare un esempio, che ha acquisito la Mondadori corrompendo un giudice, ha lasciato la moglie Veronica e si è divertito nei vari festini di Bunga bunga elevandosi al ruolo di moralizzatore e salvatore della nostra misera Italia. La vera morale è triste: se i nostri politici hanno questi privilegi, è perché godono della servile accondiscendenza degli elettori che continua a lamentarsi, ma stanno con loro, pronti a difenderli sinché le cose saranno a un livello di sopportabilità per il proprio quieto vivere.

Enrico Liotti

 

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

Un commento

  1. Il momento economico-politico è indubbiamente difficile ed ogni cittadino italiano deve assumersi le proprie responsabilità. La classe politica italiana è irresponsabile, latitante ed incapace di idee ed iniziative,urgenti, concrete ed eque formata da incompetenti ma soprattutto ladri di futuro per l’Italia, e per noi giovani. La colpa di questa situazione non è solo di un governo inetto ma è pari all’inettitudine degli italiani che hanno continuato a sostenerlo grazie anche ad un’opposizione che non ha mai rappresentato un’alternativa valida e quando lo ha fatto si è sfaldata per la sua litigiosità.
    La globalità e la velocità dei mercati ci ha portato a questo livello anche perché la mastodontica macchina di chi ci governa continua a correre come se fosse in una Cinquecento contro una Ferrari. Purtroppo, si accusa noi giovani di essere irresponsabili e impreparati, e per questo la nostra classe dirigente non si azzarda a valutare le nostre idee e la ventata di freschezza che potremmo consigliare, forse anche sbagliando , ma certamente in linea con i tempi che corrono

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