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25 ANNI CON GIANPAOLO POZZO, GRAZIE!

Era il 27 luglio 1986 il giorno in cui Gianpaolo Pozzo, imprenditore friulano, rileva la società bianconera da Lamberto Mazza in un momento drammatico visto il coinvolgimento nello scandalo scommesse. Quell’anno la squadra riesce ad evitare la retrocessione in serie B ma parte con ben 9 punti di penalizzazione, fardello che non riesce ad essere superato e quindi, nonostante gli acquisti importanti la squadra scende in serie B. Dopo un saliscendi durato diversi anni, dalla stagione 95-95 con l’approdo di Alberto Zaccheroni sarà sempre e solo serie A. Nel giro di 3 anni vengono conquistate una tranquilla salvezza, la storica prima partecipazione alla Coppa Uefa e il fantastico 3° posto grazie al trio Bierhoff (capocannoniere con 27 reti), Amoroso e Poggi. Inizia il periodo migliore della storia per l’Udinese con ottimi giocatori sul campo, un gran tecnico e una società perfetta che fa dell’organizzazione il pilastro fondamentale della sua politica.
Salutato Zaccheroni passato al Milan, l’Udinese viene affidata a Guidolin che raggiunge la Coppa Uefa sfiorando traguardi ancor più ambiziosi.
L’anno successivo grazie a De Canio 7° posto e vittoria dell’Intertoto. Stagione successiva difficoltosa con l’arrivo, a metà campionato di Spalletti che troverà miglior fortune qualche anno dopo. Si punta poi su Roy Hodgson, e su poi su Ventura per arrivare ad una salvezza quasi miracolosa.
Scampato per poco il pericolo Pozzo ripunta, convintamente su Spalletti, e parte un altro trienno di grandi risultati. Due qualificazioni alla Coppa Uefa e la storica qualifazione ai Preliminari di Champions League con il calcio migliore d’Italia. Sono gli anni della scoperta di giocatori di assoluto valore con una squadra che è una macchina perfetta che diverte e fa divertire. Spalletti lascia per l’esperienza romana, ma con lui si ricordano momenti fra i più belli della storia bianconera. Lo sostituisce Serse Cosmi che c’entra la storica prima partecipaione alla Champions League grazie al superamento del turno con lo Sporting Lisbona, con 2 convincenti vittorie che fanno esplodere di gioia il Friuli. L’Udinese nel girone di Champions si comporta molto bene. C’entra due vittorie con il Panathinaikos, 2 pareggi con il Werder Brema ma 2, fatali, sconfitte con il Barcellona. Indimenticabile però, purtroppo negativamente per il risultato, la partita casalinga con il Barcellona, che avrebbe potuto significare, in caso di pareggio, la conquista degli ottavi. In campionato la squadra entra in crisi e Cosmi viene sostituito dalla coppia Dominissini-Sensini (calciatore bianconero fino a poco tempo prima) che arriva fino agli ottavi di finale in Coppa Uefa ma rischia seriamente la retrocessione che viene evitata solo dall’arrivo in panchina, nelle ultime 8 giornate, di Galeone. Galeone viene riconfermato ma a metà campionato si rompe qualcosa. Arriva Malesani ed è salvezza. L’anno dopo approda Pasquale Marino che riporta entusiasmo e 2 buone stagioni con una qualificazione in Uefa e, nella stagione successiva un 7° posto e i quarti di finale in Coppa Uefa (traguardo storico). Nel dicembre 2009 Marino viene sostituito da De Biasi che resta pochi mesi sulla panchina friulana per far di nuovo posto a Marino per una salvezza a poche giornate dal termine. Il resto è storia dei giorni nostri con il ritorno di Guidolin. L’inizio del campionato è decisamente complicato con 1 punto nelle prime 5 partite. Pozzo non si scompone e conferma l’assoluta fiducia in Guidolin che ricambia con una stagione memorabile cogliendo il 4° posto che garantisce il secondo approdo ai preliminari di Champions League. La squadra gioca un calcio spettacolare e metti in crisi tutte le avversarie che incontra sul suo cammino, anche le grandi.
L’era Pozzo, che speriamo per il calcio friulano e in generale per il calcio, sia ancora molto lunga, rappresenta per l’Udinese un passo storico per la sua storia. Da squadra provinciale altalenante fra le varie categoria, si passa ad un calcio organizzato, ad una rete di osservatori invidiata da tutta Italia e non solo, a delle scelte scrupolose fatte da attenzione ai bilanci, ma anche scoperte di campioni di assoluto valore (Sensini, Bierhoff, Amoroso, Pizarro, Felipe, Iaquinta per arrivare ai giorni nostri con Handanovic, Zapata, Benatia, Inler e Sanchez appena venduto a suon di milioni alla squadra più forte del mondo). Tutto questo senza dimenticare Di Natale campione che ha saputo far brillare la sua stella a Udine rinunciando a sirene di altri club e facendo respirare ai più giovani l’atmosfera che si viveva parecchi anni prima con Zico. Nel lontano 1986 forse Pozzo non credere di vivere un’esperienza del genere, fatta da successi, ma anche da momenti di difficoltà. Non pensava forse di essere così apprezzato nel mondo del calcio italiano e non. Il pubblico friulano, molto esigente, ma sempre molto corretto e suo modo vicino alla squadra, credo debba, mai come oggi, ringraziare un uomo che ha fatto conoscere Udine nel mondo e che ha permesso di vivere delle stagioni che rimangono nel cuore e nella mente di tanti tifosi friulani e non, amanti del bel calcio.

Rudi Buset                                                                                          © Riproduzione riservata

 

About Rudi Buset

Pubblicista iscritto all'Albo dei giornalisti dal 2013 Diplomato presso l’ITC Einaudi nel 2007, lavora presso una carpenteria leggera artigiana. Impegnato nel sociale e in politica, da anni collabora con diverse realtà del suo territorio con particolare attenzione al mondo dell’associazionismo. Appassionato di tutto ciò che riguarda l’uomo in quanto “animale politico” oltre che allo sport (in primis il calcio).

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