Calciomercato estivo 1997: la Juventus vice campione d’Europa acquista il giovane spagnolo Morientes e l’argentino Ariel Ortega parcheggiando al Sassuolo la punta Christian Vieri ed il fantasista Alessandro Del Piero. Il capocannoniere della serie A 1996/1997 Filippo Inzaghi viene ingaggiato dai campioni d’Europa del Borussia Dortmund, il portierino rivelazione del Parma Buffon è vicino all’Atletico Madrid, il centrocampista avanzato Francesco Totti passa dalla Roma al Monaco di Trezeguet ed Henry.
Sappiamo che andò diversamente. Del Piero e Inzaghi furono la coppia titolare della prima Juventus di Lippi, Buffon il simbolo del Parma di Malesani, Totti titolare ventenne nella Roma poi sua bandiera. Loro, con altri giovani calciatori come Cannavaro, Nesta, Pirlo, Gattuso e tanti altri, militarono a lungo nelle migliori squadre italiane collezionando trofei e finali e diventando campioni del mondo con la nazionale italiana nel 2006. Morientes viene ora ricordato come un buon attaccante, Ortega forse qualcuno non se lo ricorda nemmeno.
Dal 1989 al 1999, con ventenni italiani titolari, le squadre della penisola vinsero 21 sulle 44 coppe messe in palio dalla UEFA, 4 Champions League (3 Milan, 1 Juventus), 3 Coppe delle Coppe (Sampdoria, Parma, Lazio), 8 Coppe UEFA (3 Inter, 2 Juventus e Parma, 1 Napoli), 6 Supercoppe UEFA (3 Milan, 1 Parma, Juventus e Lazio) più 2 Coppe Intercontinentali vinte (Milan e Juventus) e 2 perse dal Milan. Se aggiungiamo le 4 finali tutte tricolore e le 14 finali perse da un’italiana, le nostre squadre arrivarono in fondo in 30 occasioni su 44.
Dal 2000 al 2010 possiamo vantare solo 3 Champions League (2 Milan, 1 Inter), una finale tutta italiana tra Juventus e Milan nel 2003, 2 Supercoppe UEFA del Milan, 2 Coppe del Mondo per Club (Milan, Inter) e una finale di Coppa Intercontinentale persa dal Milan. In Europa League solo alcune semifinali. In totale: su 33 finali di competizioni UEFA le italiane ne hanno disputate 7 vincendone 5.
Puntando sui giovani talenti la nazionale italiana raggiunse: terzo posto a Italia ’90, secondo posto USA ’94, quarti di finale ’98 ai rigori con i campioni francesi, vice campioni d’Europa nel 2000, ottavi farsa in Corea nel 2002, campioni del mondo nel 2006.
Dopo la quarta stella, sia a Sud Africa 2010 che a Brasile 2014 non abbiamo passato il girone, buoni risultati il secondo posto agli Europei del 2012 e il terzo posto alla Confederation Cup 2013.
A questi dati inconfutabili possiamo aggiungere, in conclusione, statistiche personali che spiegano la cecità degli attuali dirigenti del calcio italiano: Alessandro Del Piero, Pinturicchio classe 1974, a 19 anni segnò nella Juventus 5 gol in 11 partite, a 20 anni fece 8 gol in 29 gare, Domenico Berardi, classe 1994, a 19 ha segnato 16 reti in 29 partite con il Sassuolo. Christian Vieri, classe 1973, a 23 anni nell’Atalanta segnò 7 gol in 19 partite, l’anno successivo per la Juventus 8 gol in 23 partite, Simone Zaza, del 1991, a 23 anni ha realizzato 9 gol in 33 partite con il Sassuolo. Potremmo andare avanti fino a notte, da Totti a Pirlo, da Cannavaro a Nesta.
Beppe Marotta, uno dei migliori dirigenti italiani, ultimo baluardo con la sua Juventus del prestigio del calcio italiano grazie agli acquisti di Barzagli, Pirlo, Pogba, Vidal e Tevez, ha lasciato Berardi e Zaza al Sassuolo, ceduto Immobile al Borussia Dortmund e sta per acquistare lo spagnolo Morata e l’argentino Iturbe mentre il ventiduenne Mario Gotze porta la Germania sul tetto del mondo.